Dall’inizio del semestre ci stiamo INFORMANDO, CONFRONTANDO E ORGANIZZANDO sul tema delle borse di studio e della loro riforma. Abbiamo lanciato due Assemblee #sgancialaborsa molto partecipate in cui abbiamo voluto sottolineare come la riforma provocherà un consistente taglio alle borse di studio e degli aventi diritto, in particolare a causa passaggio all’indicatore ISEE .
Abbiamo deciso di intraprendere un percorso DAL BASSO, poiché siamo fermamente convint* che solo in questo modo permetteremo che la VOCE DEGLI STUDENTI venga ascoltata senza filtri, senza giochini o compromessi. È la voce di chi si oppone alle politiche provinciali e nazionali, che hanno come unica volontà quella di creare un’istruzione sempre più elitaria e sempre meno accessibile. Palese è la restrizione, dimostrata negli ultimi anni, del bacino di accessibilità agli studi universitari determinato da TASSE ALTE e sempre MENO BORSE DI STUDIO.
E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PORTARE NELLE STRADE DELLA NOSTRA CITTA’ QUESTA VOCE! Abbiamo deciso di farlo il 17 novembre in occasione della giornata internazionale dello studente, per rivendicare il diritto allo studio, un diritto che sempre di più viene dimenticato e non tutelato dal potere politico provinciale e nazionale, i quali continuano a IGNORARE LE NOSTRE NECESSITA’.
ANDREMO NOI sotto i palazzi dove sono state prese queste decisioni sulla nostra pelle e nelle nostre tasche. ANDIAMO A RECLAMARE I NOSTRI DIRITTI E DIMOSTRIAMO CHE NON SIAMO DISPOSTI A VEDERLI TAGLIATI E CALPESTATI. NON ACCETTIAMO i tagli ai finanziamenti che la PAT ha previsto nei suoi bilanci e contestiamo la riforma delle borse di studio riprendendoci le piazze e le strade della città in cui studiamo. I bilanci parlano chiaro: SONO STATI TOLTI 3,3 milioni (dal 2014 al 2017) sui finanziamenti destinati all’ università, e altri 2,2 milioni (dal 2016 al 2018) sulla spesa per i contributi allo studio. NON POSSIAMO PERMETTERE che dal prossimo anno più di 1000 studenti, ad oggi beneficiari di borsa (fasce ICEF 3 e 4), si troveranno a non ricevere più alcunché nonostante la loro situazione economica sia rimasta invariata; NON SIAMO DISPOSTI AD ACCONTENTARCI DI UN MILIONE IN PIU’ sulle borse di studio, che risulta COMUNQUE INSUFFICIENTE a coprire il numero di quelli che con il sistema ICEF risultavano beneficiari; NON LASCEREMO che ci prendano per il culo accontentandoci della promessa secondo cui con l’ISEE tutti gli idonei saranno beneficiari, solo PERCHE’ SI SONO RIDOTTI I PARAMETRI DI IDONEITA’. VOGLIAMO come minimo che LA NUOVA SOGLIA ISEE dei 20.000 euro (sotto alla quale si è idonei a ricevere la borsa) venga PORTATA a 23.000 cioè il massimale previsto dai LEP nazionali. CHIEDIAMO un’inversione di tendenza dei finanziamenti provinciali : BASTA TAGLI!! SI INIZI AD INVESTIRE DAVVERO SULL’ISTRUZIONE E SUGLI STUDENTI, UNO DEI PRINCIPALI MOTORI DELL’ECONOMIA TRENTINA. PRETENDIAMO che la Provincia autonoma di Trento smetta di investire in grandi opere inutili, come la nuova biblioteca alle Albere, il quartiere fantasma simbolo della speculazione e dello sperpero di denaro pubblico.
GIOVEDI’ 17 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE DELLO STUDENTE
CI TROVIAMO ALLE 09:30 DAVANTI ALLA FACOLTA’ DI LETTERE
DA LI PARTIREMO PER RIPRENDERCI CiÒ CHE è UN NOSTRO DI DIRITTO, MA CHE STANNO CERCANDO DI TOGLIERCI, fino a raggiungere quegli stessi palazzi in cui queste decisioni sono state prese e per far capire alle e ai responsabili di questa riforma che ci sono studenti e studentesse pront* a ribellarsi per difendere il loro diritto allo studio.
Le e Gli student* #sgancialaborsa
Collettivo Universitario Refresh
Nell’immagine i post su FB pubblicati dall’UDU Trento nei mesi precedenti.
Nella nebbia che continua ad avvolgere il cambio dall’ICEF all’ISEE abbiamo provato a capire qualcosina in più. Non siamo degli esperti/e e non vogliamo apparire come tali. Semplicemente, se le notizie non vengono a noi abbiamo provato a cercarle, nel tentativo di capirci qualcosa.
Se qualcuno ancora pensa che la lotta contro il TAV è puramente ideologica e anche retrograda perché contraria al progresso di un territorio; se nessuna studentessa e nessuno studente dell’Ateneo di Trento non si sente toccato personalmente dalla questione del TAV perché “non è affare mio”, allora è bene che sia pronto a ricredersi.