Liberati dalle catene! Lotto Marzo sciopera!

L’8 marzo, in ogni continente, al grido di «Non Una di Meno!» sarà sciopero femminista.

Come studenti e studentesse di AULA (Assemblea Universitaria di Lotta e Autogestione) crediamo che sia necessario partecipare a questa data per creare un momento di lotta che possa bloccare la produzione e la riproduzione delle gerarchie di genere. Una giornata di lotta, individuale e collettiva, che possa creare fratture nella routine della struttura patriarcale e del sessismo che ci circonda.

Interrompiamo ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita. Portiamo lo sciopero sui posti di lavoro e nelle case, nelle scuole e nelle università, negli ospedali e nelle piazze. Supporta lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori, fai emergere la violenza invisibile che viene esercitata quotidianamente sui nostri corpi. Incrocia le braccia e rifiuta i ruoli e le gerarchie di genere che ci vengono imposti!

In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima della violenza di un uomo, quasi 7 milioni di donne hanno subito violenza fisica e sessuale, ogni anno vengono uccise circa 200 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. Un milione e 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni di età. Un milione di donne ha subito stupri o tentati stupri. 420 mila donne hanno subito molestie e ricatti sessuali sul posto di lavoro. Meno della metà delle donne adulte è impiegata nel mercato del lavoro ufficiale, la discriminazione salariale va dal 20 al 40% a seconda delle professioni, un terzo delle lavoratrici lascia il lavoro a causa della maternità. Questi dati sono solo l’evidenza numerica di una violenza strutturale che avvolge le nostre quotidianità, il residuo visibile di una cultura che si annida nei chiaroscuri delle nostre vite. Capitalismo, fascismo, razzismo e patriarcato sono i pilastri che si intrecciano e si alimentano tra loro per sorreggere la struttura di dominio del mondo in cui viviamo. Non sorprende che essi siano le basi sulle quali poggia il complesso ideologico che caratterizza l’attuale governo fascio – leghista. Scioperiamo in tutto il mondo contro l’ascesa delle destre reazionarie che stringono un patto patriarcale e razzista con il neoliberalismo. Scioperiamo contro il DDL Pillon, che attacca la libertà delle donne, contro la legge Salvini che va a ledere i diritti e l’autodeterminazione delle migranti e dei migranti e che costruisce un senso comune xenofobo razzificando i loro corpi. Scioperiamo contro gli attacchi della destra reazionaria a diritti che sembravano ormai consolidati, come il divorzio e l’aborto, contro la difesa della famiglia etereonormata e dell’ordine patriarcale, contro le politiche che attaccano gay, lesbiche e trans*. Scioperiamo perché resistiamo all’egemonia sessista e razzista promossa dalla lega; la stessa lega che in occasione della festa della donna ha divulgato un volantino omofobo e razzista che ha promosso una figura stereotipizzata di “donna brava zitta e lava”, la stessa lega che in più occasioni ha legittimato (quando non incentivato) la violenza sulle donne, che annulla i corsi di educazione al genere nelle scuole promuovendo una visione androcentrica del mondo.

Lotta per emanciparti! Ritroviamoci l’8 marzo di fronte la facoltà di Sociologia alle 16:30 per costruire insieme una giornata di conflitto femminista.

A segurie alle 22 libera la queer che è in te allo Spazio Off. No fasci, No Macho.

Liberati dalle catene!

AULA – Assemblea Universitaria di Lotta e Autogestione

Degrado a Trento? Ora parliamo noi!

Ed eccoci a dover prendere parola per l’ennesima volta su una questione per noi molto importante, ma altrettanto dibattuta.
Pare che nell’ultimo periodo a Trento sia ritornato alla centralità del dibattito pubblico e politico il fenomeno della socialità studentesca. Dal provvedimento di chiusura anticipata del locale “La Scaletta” alla mozione presentata in comune da parte di tutti i partiti di opposizione (M5S, Lega, Forza Italia, Civica e Progetto Trentino) sembra di ritrovarsi in una città catapultata nel degrado più becero.
Purtroppo per noi non si è parlato per nulla si spazi di aggregazione per studenti e studentesse, ma di come reprimere la loro affluenza per le vie della città durante gli orari notturni. Non si è minimamente accennato a come, da più tempo a questa parte, le voci studentesche si facciano sentire in svariati modi per proporre e stimolare un dibattito costruttivo e risolutivo di una situazione che di fatto, si è cristallizzata da anni e vede soltanto i partiti politici strumentalizzare (a ruota) l’assenza di soluzioni, il tutto per una manciata di voti alle elezioni successive. Perchè di questo si tratta, i provvedimenti repressivi da loro proposti non porteranno a nessuna soluzione, ma serviranno al prossimo appuntamento elettorale per passare dall’essere opposizione al governare la città.
Ormai il PD (o quel che ne resta) ha ceduto sulla questione sicurezza, trovandosi a rincorrere le prerogative di chi si è posto a difensore della paura “surreale” dei residenti trentini spaventati da chi, alla fine dei conti, non ha nessuna voce in capitolo a livello istituzionale.
Chi vive la città da un po’ di anni, si è reso conto di come la repressione sia sempre stata la risposta al bisogno di socialità. Ne abbiamo scritto anche altrove (https://curtrento.noblogs.org/post/2017/12/11/da-lettere-alla-scaletta-lo-stesso-paradigma-escludente/), e lo abbiamo visto con i nostri occhi. Purtroppo non ci resta che ribadire la nostra contrarietà alla miopia di certe misure istituzionali, in quanto superficiali e poco efficaci.
Esprimiamo anche forte preoccupazione nei confronti di quei residenti che si sono mobilitati per chiedere l’immediato intervento del prefetto del questore e del presidente della Provincia.
Ci teniamo a sottolineare come la mancanza di idee e progettualità non possano essere sostituite da telecamere e coprifuoco e divieto di alcolici, in quanto non vanno minimamente ad affrontare il problema, anzi lo peggiorano.
Per noi l’unica soluzione è far emergere questo bisogno e lottare affinché Trento possa diventare una città in cui studenti e residenti riescano a convivere e vedersi reciprocamente come valore aggiunto per la città. Dobbiamo rompere la logica che obbliga gli studenti e le studentesse ad essere dei/delle meri/e consumatori e consumatrici perché oltre ai soldi degli affitti e delle tasse universitarie portiamo molto di più.  Portiamo una spinta innovatrice e di cambiamento che spaventa tanto i conservatori. Orrori legati a periodi bui del passato diventano realtà ed è per questo che non è possibile stare in silenzio. Portiamo con noi il cambiamento ed è per questo che continueremo a rivendicare a voce alta il nostro diritto a vivere la città.

E’ tempo di RISCATTO! Assemblea pubblica

Vivere l’università al giorno d’oggi significa un sacco di cose. Significa vivere un contesto in cui vieni giudicato solo in base al numero di CFU registrati nel tuo libretto, dalla media dei tuoi voti, da quanti anni sei fuori corso. Significa vivere in un’università vetrina, che mira a raggiungere i primi posti nelle classifiche, all’efficienza, ma che si dimentica degli studenti e delle studentesse che ogni giorno la attraversano. Significa non avere spazi per la socialità, per il dibattito, per l’aggregazione. Significa anche non lasciare spazio al pensiero critico, alle forme di dissenso e di rivendicazione dal basso. Significa vedere la celere che entra nelle biblioteche o nelle facoltà, come a Bologna e a Roma. Ma non serve andare lontano per vedere esempi di questa situazione critica che sta vivendo il mondo universitario. L’ateneo trentino, con la provincializzazione, con le biblioteche in vetro e bambù, con i tagli alle borse di studio, con un debito da parte della Provincia di 200 milioni, con le aule studio chiuse è un chiaro esempio del fatto che gli studenti e le studentesse universitari della nostra generazione non sono minimamente considerati come parte attiva dei propri atenei. Non possiamo di certo accettare che delle guardie giurate entrino in ogni facoltà della città, soprattutto mentre la Provincia ha un debito di 200 milioni con l’ateneo. Vogliamo che i fondi vengano utilizzati per fornire più aule studio, più borse di studio, per garantire una formazione completa, che incentivi il pensiero critico. Non possiamo stare zitt* di fronte alle speculazioni della Provincia, allo sperpero di denaro, non possiamo accettare le istituzioni politiche all’interno del CDA.

Ci siamo interrogat* e confrontat*, anche partecipando a momenti di confronto a livello nazionale, e siamo giunti alla conclusione che siamo la generazione figlia della crisi, stiamo pagando gli errori che non abbiamo commesso, ma trovandoci di fronte a questo scenario possiamo e dobbiamo essere anche la generazione del riscatto, che si assuma la responsabilità di organizzarsi, di creare dissenso, di provare a cambiare lo stato di cose esistente. Abbiamo una grossa responsabilità e non possiamo tapparci gli occhi e non agire in un momento come questo. Vogliamo e, in qualche modo, dobbiamo trovare il modo di rientrare all’interno delle nostre università, riprendercele dal basso e renderle accessibili e aperte a tutti e tutte.

Per tutti i motivi elencati e per interrogarci su come costruire e ottenere il nostro riscatto vi invitiamo a un’assemblea pubblica il 21 marzo alle 18.00 nell’atrio interno di sociologia. Discutiamo insieme sui problemi dell’università di Trento e capiamo come ripartire da noi stess* per costruire dal basso l’università che vogliamo.

Lo scorso 21 febbraio si è svolta nell’atrio interno di Sociologia un’assemblea universitaria in vista dello sciopero globale dell’otto marzo, inteso non solo come sciopero delle donne, ma come sciopero dai e dei generi. Una giornata, dunque, in cui mettere in discussione non solo il ruolo della donna in questa società ma anche, e soprattutto, il ruolo che i generi hanno sulle nostre vite, sulle scelte che facciamo, su come veniamo percepit@ e rappresentat@. Le sfide dell’assemblea erano quelle di parlare non solo dell’otto marzo in sé ma di indagare, a partire da noi, che genere di università viviamo e i pregiudizi di genere o ruoli imposti dal genere che riscontriamo nelle nostre vite e nell’ambito universitario; inoltre, volevamo fare tutto questo in maniera diversa dalle classiche assembleone a cui siamo abituat@ e di provare a stimolare un confronto orizzontale e quanto più partecipato possibile.
Partendo da questi presupposti, possiamo oggi dire che le sfide sono state superate con successo a nostro avviso. L’assemblea del 21 febbraio è stato un bellissimo momento di confronto allargato sul genere di università che viviamo, da cui sono nati spunti di riflessione e contenuti importanti che abbiamo voglia di portare in università e in piazza, l’otto marzo come in futuro. Dall’assemblea si è capito che all’interno dell’università probabilmente esistono due “filoni” di problemi legati al genere: uno dal punto di vista amministrativo, l’altro dal punto di vista culturale. Filoni non necessariamente sempre distinti, che spesso si sovrappongono ovviamente. Il filone amministrativo riguarda gli aspetti legati alle carriere accademiche, per esempio, fortemente sbilanciate in senso maschile (continua ad essere sempre più difficile per una donna raggiungere posizioni apicali), i servizi e le garanzie spesso carenti (es. maternità/paternità). Il filone culturale riguarda le lenti con cui ci guardiamo e che generano pregiudizi di genere anche all’interno delle mura universitarie, i quali portano a considerare alcune discipline non “adatte” per le donne, o che vedono i maschietti automaticamente come leader di un gruppo di lavoro/studio, o peggio ancora che valutano il buon voto di una collega presumendo che l’abbia data a chissà chi o che abbia mostrato chissà quale parte del suo corpo per ottenerlo.
Sulla base di queste considerazioni, vogliamo rilanciare un lotto marzo universitario, affinché la marea nera-e-fuxia invada le nostre aule universitarie e i nostri spazi. Vogliamo scioperare da una formazione che non ci educa alle differenze.

Vogliamo scioperare da una università che non ci lascia il tempo di incontrarci, conoscerci, parlarci.

Vogliamo scioperare dai pregiudizi di genere che ci opprime, tutte-tutti-tuttu, e ci violenta in quel luogo, come quello universitario, che dovrebbe essere sorgente di nuove linfe, fucina di nuove visioni del mondo.

Vogliamo risignificare il nostro spazio universitario nella giornata de lotto marzo, riempiendolo di corpi e menti che si incontrano, che si auto-formano e che si interrogano su come il genere condiziona le nostre vite, dentro e fuori l’università.

Vogliamo una università femminista, che permetta l’espressione di ognun@, che si liberi da beceri preconcetti.

Per questo, invitiamo tutti e tutte a lotto marzo universitario che avrà i seguenti appuntamenti:

  • H 9.00, @lettere volantinaggio itinerante per i principali plessi universitari del centro città;

  • Dalle H 11.00 circa, @atrio interno di sociologia, formazione sui generis;

  • Alle 13.00, @atrio interno di sociologia, pranzo de-genere 

Nel pomeriggio, alle 15.00, ci sposteremo in Piazza Pasi dove il Collettivo transfemminista Queer esporrà una mostra fotografica molto particolare e da dove, alle 18.00, partirà una passeggiata serale.

#sgancialaborsa – 17 novembre manifestazione

Dall’inizio del semestre ci stiamo INFORMANDO, CONFRONTANDO E ORGANIZZANDO sul tema delle borse di studio e della loro riforma. Abbiamo lanciato due Assemblee #sgancialaborsa molto partecipate in cui abbiamo voluto sottolineare come la riforma provocherà un consistente taglio alle borse di studio e degli aventi diritto, in particolare a causa passaggio all’indicatore ISEE .
Abbiamo deciso di intraprendere un percorso DAL BASSO, poiché siamo fermamente convint* che solo in questo modo permetteremo che la VOCE DEGLI STUDENTI venga ascoltata senza filtri, senza giochini o compromessi. È la voce di chi si oppone alle politiche provinciali e nazionali, che hanno come unica volontà quella di creare un’istruzione sempre più elitaria e sempre meno accessibile. Palese è la restrizione, dimostrata negli ultimi anni, del bacino di accessibilità agli studi universitari determinato da TASSE ALTE e sempre MENO BORSE DI STUDIO.

E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PORTARE NELLE STRADE DELLA NOSTRA CITTA’ QUESTA VOCE! Abbiamo deciso di farlo il 17 novembre in occasione della giornata internazionale dello studente, per rivendicare il diritto allo studio, un diritto che sempre di più viene dimenticato e non tutelato dal potere politico provinciale e nazionale, i quali continuano a IGNORARE LE NOSTRE NECESSITA’.

ANDREMO NOI sotto i palazzi dove sono state prese queste decisioni sulla nostra pelle e nelle nostre tasche. ANDIAMO A RECLAMARE I NOSTRI DIRITTI E DIMOSTRIAMO CHE NON SIAMO DISPOSTI A VEDERLI TAGLIATI E CALPESTATI. NON ACCETTIAMO i tagli ai finanziamenti che la PAT ha previsto nei suoi bilanci e contestiamo la riforma delle borse di studio riprendendoci le piazze e le strade della città in cui studiamo. I bilanci parlano chiaro: SONO STATI TOLTI 3,3 milioni (dal 2014 al 2017) sui finanziamenti destinati all’ università, e altri 2,2 milioni (dal 2016 al 2018) sulla spesa per i contributi allo studio. NON POSSIAMO PERMETTERE che dal prossimo anno più di 1000 studenti, ad oggi beneficiari di borsa (fasce ICEF 3 e 4), si troveranno a non ricevere più alcunché nonostante la loro situazione economica sia rimasta invariata; NON SIAMO DISPOSTI AD ACCONTENTARCI DI UN MILIONE IN PIU’ sulle borse di studio, che risulta COMUNQUE INSUFFICIENTE a coprire il numero di quelli che con il sistema ICEF risultavano beneficiari; NON LASCEREMO che ci prendano per il culo accontentandoci della promessa secondo cui con l’ISEE tutti gli idonei saranno beneficiari, solo PERCHE’ SI SONO RIDOTTI I PARAMETRI DI IDONEITA’. VOGLIAMO come minimo che LA NUOVA SOGLIA ISEE dei 20.000 euro (sotto alla quale si è idonei a ricevere la borsa) venga PORTATA a 23.000 cioè il massimale previsto dai LEP nazionali. CHIEDIAMO un’inversione di tendenza dei finanziamenti provinciali : BASTA TAGLI!! SI INIZI AD INVESTIRE DAVVERO SULL’ISTRUZIONE E SUGLI STUDENTI, UNO DEI PRINCIPALI MOTORI DELL’ECONOMIA TRENTINA. PRETENDIAMO che la Provincia autonoma di Trento smetta di investire in grandi opere inutili, come la nuova biblioteca alle Albere, il quartiere fantasma simbolo della speculazione e dello sperpero di denaro pubblico.

GIOVEDI’ 17 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE DELLO STUDENTE
CI TROVIAMO ALLE 09:30 DAVANTI ALLA FACOLTA’ DI LETTERE
DA LI PARTIREMO PER RIPRENDERCI CiÒ CHE è UN NOSTRO DI DIRITTO, MA CHE STANNO CERCANDO DI TOGLIERCI, fino a raggiungere quegli stessi palazzi in cui queste decisioni sono state prese e per far capire alle e ai responsabili di questa riforma che ci sono studenti e studentesse pront* a ribellarsi per difendere il loro diritto allo studio.

Le e Gli student* #sgancialaborsa
Collettivo Universitario Refresh

#sgancialaborsa: assemblea – VOL. II

Dopo la prima assemblea di pochi giorni fa, sentiamo ancora l’esigenza di incontrarci per capire come muoversi.
Infatti è ormai sicuro il cambio dall’ICEF all’ISEE, con il relativo restringimento del bacino dei/le borsisti/e.
Restano però da capire tante cose. Come ad esempio che fine ha fatto il bilancio 2016 e quello previsionale 2016-2018 dell’Opera Universitaria. Ed ancora, quanti soldi verranno spesi per le borse di studio, e se il taglio di oltre 2 milioni di euro previsto “in tempi non sospetti” dell’Opera Universitaria è in qualche modo confermato.
Insomma, di cose da capire ce ne sono ancora molte.
Di motivi per incavolarsi ce ne sono forse di più.

Vi invitiamo quindi nuovamente in assemblea, per organizzarci come si deve.

Mercoledì 26 ottobre
ore 18.00 atrio interno di Sociologia

#sgancialaborsa #ISEE_trento