Oggi 4 febbraio come Collettivo Universitario Refresh abbiamo deciso di ri-aprire, impedendo la chiusura, il CIAL per sollevare pubblicamente il problema delle aule studio e di porre l’Ateneo di fronte alle proprie responsabilità. A partire dall’apertura della Biblioteca Universitaria Centrale la governance di Unitn ha adottato una strategia subdola riducendo gli orari di apertura del CIAL per costringere gli studenti e le studentesse a spostarsi nei nuovi spazi nel quartiere fantasma delle Albere. Questi provvedimenti sono la dimostrazione della volontà di usare la componente universitaria per ripopolare un quartiere nato dalla speculazione edilizia. Università e Provincia vogliono arrogarsi il diritto di utilizzare le nostre vite per riempire la bella gabbia dorata progettata da Renzo Piano. Noi abbiamo deciso di contrapporci a questa logica e l’azione di oggi non è che l’inizio. Grazie all’odierna mobilitazione siamo riuscit* a costringere le alte sfere dell’Ateneo a confrontarsi con chi quotidianamente vive gli spazi dell’università e abbiamo conquistato l’apertura del CIAL, non solo per la giornata di oggi, ma anche domenica 5 e 12 febbraio dalle 14:00 alle 19:00. Naturalmente non ci fidiamo della governance universitaria e vigileremo che gli impegni presi vengano rispettati, quindi quello di oggi non è che un primo piccolo passo. La questione delle aule studio per noi non si chiude qui e siamo pront* a tornare in azione fino a quando al CIAL non verranno ripristinati gli orari che vigevano prima dell’apertura della BUC, quindi dal lunedì al sabato dalle 08:00 alle 23:45 e la domenica dalle 14.00 alle 20.45.
Secondo noi la giornata di oggi ha dimostrato come le mobilitazioni studentesche dal basso, auto-organizzate e autogestite dagli studenti e dalle studentesse, possono portare a risultati concreti e aiutare a garantire il diritto di studio a tutt*.
Come abbiamo fatto oggi, vi aggiorneremo ogni qual volta ci siano novità e se ci fosse qualcuno che vuole informarsi e organizzarsi per partecipare e ribadire la neccesità di aprire degli spazi in università come Collettivo Universitario Refresh ci troviamo ogni mercoledì dalle 18:00 nell’atrio interno di Sociologia.
Oggi abbiamo deciso di bloccare la chiusura del CIAL e di rimanervi dentro a studiare perché, all’indomani dell’apertura della BUC, la gestione degli spazi dell’Ateneo sta portando tanti studenti e tante studentesse all’esasperazione: sembra che non vi sia pace per chi, in periodo d’esami, voglia trovare un tavolo e una sedia per studiare. Le aule studio del CIAL, notoriamente molto utilizzate dalla componente studentesca trentina perché in centro e perché aperta 7 giorni su 7, con l’apertura della BUC hanno subito una drastica riduzioni d’orari. Riduzione questa che non sembra essere una mossa per ridurre “i costi di gestione”, ma puzza di manovra atta a favorire la frequentazione della BUC, la quale essendo non proprio a portata di mano sarebbe certamente meno frequentata rispetto a un CIAL funzionante come siamo abituati a conoscere. Infatti, quanto incisivi possono essere i costi di un’apertura estesa del CIAL, come siamo abituati a conoscere, rispetto alla nuova aula studio che, non si sa quando aprirà alle Albere? Quanto in più costerà l’apertura del CIAL rispetto ai nuovi arredi e al probabile affitto che dovrà essere pagato dall’università per questa fantomatica aula studio, di cui non sappiamo nemmeno il periodo d’apertura?
Tutti ormai conosciamo Giulio Regeni. Purtroppo, non lo conosciamo per gli esiti delle sue ricerche ma perché un anno fa è stato barbaramente torturato e ucciso a El Cairo, in Egitto. Soprattutto, lo conosciamo perché ancora oggi, a distanza di un anno, si cerca “verità e giustizia per Giulio Regeni”.
Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, in occasione della sua apertura al pubblico, abbiamo deciso di sanzionare la BUC.
Nell’attendere la risposta del MIUR riguardante la proposta uscita dal Senato Accademico ritrovatosi in seduta ristretta, di conferire una laurea ad honoris causa all’amministratore delegato di FCA e Ferrari Sergio Marchionne, abbiamo provato a trarre alcune considerazioni nel merito di quest’ultima uscita da parte dell’Ateneo.