Il triangolo no, non l’avevamo considerato: Ianeselli-Sciortino-Baldo

Giovedì 7 aprile sulla testata del Corriere del Trentino è stato riportato un articolo di Donatello Baldo che tenta infruttuosamente di ricostruire i fatti della mattinata del 5 aprile, giorno in cui, presso il dipartimento di Sociologia, si sono tenuti un presidio e una contro-lezione riguardo la presenza del sindaco Ianeselli e della sua propaganda in università. Infatti, il signor sindaco, invitato dal prof. Brunazzo – e non Brunello, caro Baldo – avrebbe dovuto tenere una lezione che elogiasse lo strumento del dibattito pubblico e dei processi decisionali democratici sul progetto della circonvallazione ferroviaria che interesserà la città di Trento. Tuttavia, come ci è stato confermato dall* student* che hanno partecipato alla “lezione” e dalle registrazioni, si è rivelato un becero tentativo di propagandare nuovamente l’opera della circonvallazione presentandola come la panacea di tutti i problemi della città di Trento, e lasciando addirittura dei voltantini a supporto della Grande Opera di RFI.

Alle parole del direttore di Dipartimento Sciortino, che dalla sua finestra – in realtà affacciata sul lato opposto dell’edificio – avrebbe contato solo ventuno persone di cui ben pochi iscritt* all’università, ribadiamo invece una forte e vocale presenza, in particolar modo di student* che sono stati il cuore di questa contro-lezione. Troviamo anche quantomeno ironico che un dipartimento che si vanta così tanto di essere stato al centro dei movimenti del ’68 riempiendo gli spazi universitari con frasi iconiche di questo periodo – vedi aule studio, panchine, ecc – allo stesso tempo gioisca della riduzione ai minimi termini del movimento studentesco e faccia di tutto per eliminare e contrastare quel poco di attività politica che resiste al suo interno. Infatti, puntuale, ritorna lo spettro di Biloslavo sempre usato come strumento per delegittimare il nostro collettivo ancora a 3 anni di distanza, nonostante ormai in università non sia rimasto praticamente nessun* dell* student* presenti quel giorno. Il caro direttore Sciortino afferma anche di essere stato presente alla “lezione” di Brunazzo e Ianeselli, peccatto che a pochi minuti dall’inizio del presidio sia stato visto uscire dalla porta principale dell’edificio e abbia fatto ritorno in facoltà solo alle 11 quando la “lezione” era ormai conclusa e noi ci preparavamo per spostarci nel cortile posteriore. Fatto nuovamente confermato dall* student* che hanno partecipato alla “lezione”, riportando che Sciortino è stato in aula i primi dieci minuti e all’arrivo del Sindaco è uscito accennando ad un impegno. Brunazzo e Sciortino non sono nemmeno riusciti a mettersi d’accordo prima di esporsi sulla “lezione”: secondo il direttore infatti la lezione non era aperta a tutt*, mentre Brunazzo ha sostenuto fino al giorno prima che la lezione sarebbe stata riservata all* student* del corso, salvo poi scoprire convenientemente la mattina stessa che in realtà sarebbe stata pubblica e accessibile all* student*, come ci ha riferito lui stesso al termine della lezione (LOL). Questo è lo stesso direttore di dipartimento che qualche mese fa si oppenva alla concessione di un aula per una conferenza organizzata dall* student* utilizzando tra le varie scuse quella dell’assenza di una controparte, esattamente quello che è accaduto martedì e che sta difendendo a spada tratta.

Un’altra critica che ci preme sollevare riguarda le parole di Edoardo Giudici, che esprime solidarietà al sindaco a nome di tutta la comunità studentesca arrogandosi a portavoce della totalità dell* student*, che rappresenta ma non ascolta, e rinforzando ancora l’idea che la “lezione” non avesse lo scopo propagandistico che in realtà ha avuto, come conferma invece la registrazione della lezione che abbiamo potuto ascoltare.

Chiudiamo dicendo che non ci faremo intimorire dalle parole di Sciortino e che non abbiamo paura della repressione che molto probabilmente scatenerà nei nostri confronti (non che non lo facesse già). L’università è uno spazio pubblico, nonostante la pandemia abbia provato a farci dimenticare questo particolare, e abbiamo ogni diritto di incontrarci, auto-organizzarci e manifestare il nostro dissenso.

CUR