COMUNICATO SUI FATTI DI MARTEDI’ 5 APRILE

Martedì 5 Aprile il sindaco Ianeselli è stato invitato a tenere una lezione a Sociologia dal professor Brunazzo, per elogiare la buona riuscita del dibattito pubblico sul progetto di circonvallazione ferroviaria che interesserà la città di Trento. A questa lezione è stata proibita la partecipazione a tutta la popolazione salvo all* student* regolarmente iscritti al corso, per questo come Collettivo Universitario abbiamo deciso di indire un presidio esterno alla facoltà e una contro-lezione aperta sia all* student* che hanno partecipato alla “lezione” del sindaco, sia a chiunque fosse interessato a discutere del dibattito pubblico che ha confermato un progetto sempre più criticato dalla popolazione trentina, come dimostrato dall’importante partecipazione al corteo cittadino del 2 Aprile. Per fare ciò abbiamo chiesto aiuto ad alun* membr* del Comitato NOTAV, che hanno seguito tutte le fasi del dibattito da vicino portandone alla luce le varie criticità e smascherando l’uso strumentale del dibattito pubblico che Comune e RFI hanno portato avanti.

Ma andiamo con ordine: il presidio è stato molto partecipato (nonostante i giornali locali che si sono occupati della questione si siano tenuti ben lontani da accennarlo). Al termine della “lezione” del sindaco ci siamo spostati nel cortile posteriore della sede di via Verdi per iniziare la contro-lezione. Quest’ultima è stata addirittura più partecipata del presidio esterno: siamo stat* raggiunt* da una decina di student* che poco prima avevano assistito al monologo di Ianeselli, costretti dall’obbligo di frequenza e da un trentina di student* interessati al tema. Di fatto abbiamo attirato più persone di quelle che hanno ascoltato la propaganda Ianeselliana all’interno. Durante la contro-lezione sono state esposte varie criticità sul dibattito pubblico di Trento che potete trovare qui.
E’ stato sottolineato come lo strumento del dibattito pubblico non sia stato utilizzato in modo adeguato, in quanto non prevedeva nessuna modifica sostanziale al progetto calato dall’alto da RFI (la cui documentazione è stata tenuta nascosta alla popolazione per mesi), né -figuriamoci- la possibilità dell’opzione zero, date le enormi criticità irrisolte dell’opera. Inoltre ci è stato riportato dall* student* cosa è realmente accaduto all’interno dell’aula, ed è su quest’ultima parte vorremo soffermarci maggiormente.
I giornali locali parlano del sindaco, che dopo aver affrontato un dibattito con l* student* sull’utilizzo di questo strumento, si è ritrovato contestato senza motivo all’esterno della facoltà. Questa narrazione contrasta però con quella di chi dentro quell’aula c’era. Infatti, dopo una breve introduzione da parte di Pillon, collegato da remoto in quanto coordinatore del dibattito pubblico, in cui veniva esposta la relazione finale sul caso di Trento, l* student* hanno assistito ad un ora e mezza di propaganda sull’opera. Chi se lo sarebbe mai aspettato dal buon Franco, un sindaco così “attento” al dialogo con la popolazione?

Bhe…. noi che da giorni avevamo qualche dubbio che dietro l’incontro informativo si sarebbe celata una becera propaganda senza contradditorio. Nel periodo che ha separato il presidio dalla contro-lezione abbiamo avuto il piacere di incontrare il one-man-show della mattinata, che non appena ha fatto capolino dalla porta sul retro, tentando di evitare ancora una volta il confronto, è stato incalzato da alcun* nostr* compagn* che l’hanno subito invitato alla contro-lezione e hanno posto varie domande sia a lui che al Professor Brunazzo riguardo all’uscita di tema della lezione e all’esclusione di tutta la componente studentesca dal dibattito. I due compagni di merende hanno sviato le domande più critiche e declinato l’invito: e qui di nuovo la bassezza dei giornali locali, per altro non presenti all’evento, che riportano di una presunta proposta di rinvio dell’incontro da parte del sindaco, mai esistita. In realtà, al sindaco è stato proposto da noi di trovare un’altro momento in cui si potesse discutere della questione, ma ci è stato risposto senza mezzi termini “…con la gente come voi è inutile parlare”. Questa frase ci ha colpit* molto, e sottolinea ancora una volta che Ianeselli non ha nessuna intenzione di dialogare con l* cittadin* riguardo a quest’opera, l’unico obiettivo che si pone è quello di smantellare il fronte che si oppone alla circonvallazione e convincere il resto della popolazione che questo meta-progetto si farà e porterà solo dei benefici. D’altra parte cosa potevamo aspettarci da un istituzione che durante il dibattito pubblico non sedeva tra la popolazione, o quanto meno in zona neutrale, ma stava sul palco a fianco di RFI per dare un netto segnale che il dialogo era già chiuso e che il progetto in ogni modo si sarebbe fatto?

Ci fa ribrezzo che i quotidiani si siano lanciati sulla questione senza essere presenti e, di conseguenza, riportando i fatti in modo confuso, estremamente di parte e scrivendo varie falsità sulla mattina di ieri (ad esempio che i fatti si sarebbero svolti in atrio, alle 18 invece che alle 11 di mattina e accusandoci di aver “ironizzato sull’evento tramite le nostre pagine social”, su quest’ultimo vi sfidiamo a trovarne prova). Ci piacerebbe capire come mai vari* giornalist* sono riuscit* a ricostruire così male quanto accaduto, forse perchè nessun* di loro era presente e che quindi sono stat* invitat* da Ianeselli a scrivere articoli portando la sua versione dei fatti ancora una volta vittimistica e priva di responsabilità politiche?! Probabilmente si, perchè sarebbe stato troppo per il sindaco ammettere di essere stato contestato, ancora un volta, da più di 100 persone all’uscita della facoltà.

Secondo noi anche questa è violenza, come è violenza militarizzare il paese di Mattarello (o qualsiasi zona dove vengano posizionate delle trivelle), è violenza far continuamente sentire la pressione delle forze dell’ordine e della DIGOS a qualsiasi evento organizzato per contestare l’opera, è violenza sventrare un territorio senza informare la popolazione sui rischi idrogeologici, sulla perdita irreversibile di fonti d’acqua, sulla mancata bonifica dell’area del cantiere dell’ex-sloi. E’ violenza calare l’opera dall’alto come è stato fatto fin dal principio. E’ una violenza diversa certo, meno tangibile, ma fare questo senza informare la popolazione in modo adeguato e senza lasciare che si esprima rimane una forma di violenza che arriva direttamente dalle istituzioni. Ci sentiamo di concludere dicendo che uno sputo a confronto di decine di famiglie lasciate per strada e un territorio devastato per sempre in favore del guadagno di pochi è poca cosa, e il nostro sindaco se ne dovrebbe fare una ragione.