Ianeselli! Fatti uno champagnone!

Mercoledì 30 settembre, una di notte, 66cl nello zaino. Me ne vado sbronzo con una dozzina di comparx per le vie del centro. A na certa si decide di ammazzare la serata al bar dei giuristi: il Gatto Gordo. Ammazzare nel senso di ammazzare noi e le nostre finanze visti i prezzi slow food dell’alcool trentino, ma vabbè per una volta va così. Insomma, arriviamo in sto posto e manco farlo apposta ci si presenta in tutto il suo grottesco splendore la solita scena di vita trentina. In poche parole: ci sta sto vecchio residente – con due borse della spesa (perché?) – incazzato come no scorpione per il casino proveniente dalla via del Gatto Gordo, che sta per prendersi a stecche col barista del suddetto bar. E poi vabè solito cerchio di studenti sbronzi intorno a caldeggiare il massacro e a prendere per il culo sto tipo con le vene fuori dal collo. Vabè arrivan gli sbirri, la gente se ne va, il vecchio per poco non finisce in caserma e bon, tutti a dormire.

la scena soprastante è letteralmente esemplare di come a Trento non si riesca a trovare una quadra per quanto riguarda la socialità studentesca e l’abitare il centro città.

Giovedì 8 ottobre, il neo eletto sindaco Franco Ianeselli, fresco fresco di una campagna elettorale dove, fra imbarazzanti via crucis della sicurezza (vedi chiusura negozi etnici in piazza della Portela), leccate di culo a Renzi, e sermoni tanto sentimentali quanto vaghi sulla bellezza del vivere in una città aperta e giovane, firma un’ ordinanza in cui vieta la vendita di alcolici nella zona di piazza Santa Maria Maddalena (per gli under 60: la Scaletta).

Piatto ricco mi ci ficco, il buon questore piazza una decina di volanti -fisse in piazzetta e luci blu accese- a sorvegliare la zona (letteralmente più volanti che persone, vedi foto). Gestione dell’ordine pubblico in piena continuità con il presidio permanente in piazza della Portela di qualche mese fa contro la situazione di “degrado” causata dai negozi etnici.

Le motivazioni reali di tali misure sono le solite: in Scaletta c’è un casino della madonna e i residenti si lamentano. Il fatto che i contagi siano in aumento non è altro che un pretesto per far cessare una buona volta la movida in piazzetta conservatorio.

Il fatto che una giunta di centro sinistra attui delle misure draconiane, in tema di ordine pubblico -che potrebbero tranquillamente rientrare nel programma elettorale di Fratelli d’Italia- stupisce solo le associazioni studentesche ben pensanti.

Sappiamo come stanno le cose a Trento: gli studenti modello devono studiare, andare al supermercato, pagar gli affitti e bere gin tonic da 8 euro in Largo Carducci (via letteralmente a 100m dalla Scaletta, mai toccata dalle ordinanze, piena zeppa di fighetti). Gli studenti insomma fanno comodo fin quando portan soldi (si stima che intorno al 40% del bilancio cittadino sia dovuto alla presenza dell’università), poi quando iniziano a costituirsi parte della vita cittadina vengono bollati come au(n)tori supremi del degrado.

Altro fattoda notare è come la questura ne esca con le mani pulite, quando nella realtà dei fatti, se la firma dell’ordinanza spetta al sindaco, la scelta nella gestione della piazza è decisa dal questore. Cioè che la decisione di mettere un numero spropositato -e inutile- di volanti per dare la parvenza di un qualche controllo sulla situazione è decisa dalla questura. Tradotto: di merda ce n’è per tutti, anche per il caro questore oltre che per il sindaco.

 

Comunque sia andiamo avanti…

Alla luce degli avvenimenti delle ultime settimane occorre fermarsi e riflettere per cercare di vederci chiaro: a ben vedere, la colpa di tutto questo delirio non è né degli studenti né dei residenti. È ovvio che gli uni han voglia di far festa e gli altri han voglia di dormire, il problema è che continuando a bollare uno dei due attori come colpevole della guerra in corso (irrispettoso del quieto vivere o vecchio reazionario bastardo) , ci si continua a mordere la coda. Questo sfocia nella pretesa ideale che una delle due parti si auto regoli: nel falso appello su facebook a responsabilizzarsi. Che ovviamente è impossibile e quindi via di ordinanze. Aggiungi il covid e il piano è completo.

La vera colpa invece è di chi progetta la vita cittadina, della giunta comunale e affini. Il problema è che a Trento di riuscire ad integrare la vita studentesca con quella cittadina non è mai importato un cazzo a nessuno, la confusione genera mostri. Gli unici tentativi sono stati la costruzione delle Albere, un quartiere fantasma costosissimo (da costruire e da vivere), e del Sanbàpolis, uno studentato nel bel mezzo del nulla.

 

A Trento non c’è un posto accessibile (e vivibile) dove gli studenti possano trovarsi senza ledere alla voglia di dormire dei residenti, da questo nasce la guerra dei mondi. Trento quest’anno ha superato Bolzano come città più costosa d’Italia: è chiaro che gli studenti si concentrano dove l’alcool costa meno o si bevono i birroni del supermercato in piazzetta. Cosa dovrebbero fare? Delapidare le loro (dei loro genitori) finanze a forza di birre artigianali da 6 euro?

In assenza di un’alternativa desiderabile la movida si scompone e si riforma in un’altra parte della città -come avvenuto per la zona di Santa Maria Maggiore qualche anno fa- e così all’infinito, fino a che le secchiate d’acqua dalla finestra non diventeranno calderoni d’olio bollente.