COME È STATO AMMAZZATO FRANCESCO LORUSSO?

Nell’Italia del marzo 1977, presso l’istituto di anatomia dell’università di Bologna si tiene un’assemblea di Comunione e Liberazione, 400 i presenti. All’entrata dell’aula cinque studenti di medicina riconosciuti come aderenti al movimento vengono malmenati dal servizio d’ordine dei cattolici. Mentre la notizia attraversa la città, la zuffa dilaga. L’intervento di carabinieri e polizia, chiamate dal rettore, è immediato: partono lacrimogeni e gli scontri si spostano verso porta Zamboni. Dopo le violente cariche, nei pressi di via Irnerio, studenti e studentesse vengono bloccat* da una autocolonna di PS e carabinieri ed é a questo punto che un carabiniere spara ripetutamente. Per difendersi, viene lanciata una molotov contro la jeep, causando un principio d’incendio. Poi, in Via Mascarella, una colonna di carabinieri proveniente da Via Irnerio sparano ancora. Chi spara è un carabiniere e lo fa con la fermezza di chi, per amplificare le potenzialità di una buona mira, appoggia il braccio su una macchina mentre punta l’arma. Sotto la vigliaccheria dei colpi puntati alla schiena cade Francesco Lorusso, 25 anni, studente e militante di Lotta Continua. La voce si sparge, seguono ore e giorni di autentica guerriglia per le strade della città. Gli echi degli scontri di Bologna si propagano per tutta Italia e il clima diventa torrido, nella città emiliana e non solo. Con la complicità del sindaco comunista Zangheri i carri armati di Cossiga occupano le vie del centro di Bologna, lasciando il ricordo indelebile di una repressione che vede nel Partito Comunista Italiano il principale alleato della magistratura.
Con la determinazione di chi non intende assuefarsi e arrendersi a una narrazione avvelenata da miopi pagine di ricostruzione storica che dove non ha imbalsamato ha demonizzato, sentiamo oggi più che mai la necessità di promuovere la costruzione di un pensiero critico che parta, oggi come allora, dalle nostre università. La repressione di oggi ci trova sempre preparat* ed insubordinat* perché siamo forti del fatto che abbiamo nella memoria l’esempio e nella lotta la pratica.
11 MARZO BANDIERE ROSSE AL VENTO! UCCIDONO UN COMPAGNO NE NASCONO ALTR* CENTO!