LA NOSTRA PAROLA SULLE EUROPEE 2019

Il 23 maggio a Trento i partiti candidati alle Europee hanno riempito il centro di Trento per presentare i loro programmi nei tipici banchetti. Nello stesso luogo, alcun* studenti e studentesse distribuivano questo volantino con l’intento di provare a far aprire gli occhi.

Domenica 26 si vota in tutta Europa per l’elezione del Parlamento Europeo e nelle ultime settimane i mass media italiani non fanno altro che riportare le sparate elettorali di questo o quell’altro partito, schematizzando le diverse visioni in due macroaree: sovranisti versus europeisti.
L’impressione che abbiamo noi studenti di Unitn è che all’incirca tutte le forze politiche si impegnano nel solo tentativo di intercettare il consenso popolare, a scapito di una vera progettualità che possa effettivamente agire un cambiamento nella vita reale. Proviamo dunque ad andare oltre le apparenze e guardare al nocciolo di cosa significhi stare da una parte o dall’altra.
Dalla parte dello schieramento sovranista abbiamo FDI, Casapound e Lega, il partito dato favorito. Ci sembra evidente che il successo elettorale di questo schieramento si basi sull’utilizzo sconsiderato e dannoso della paura, che attraverso anni di campagne allarmistiche, insistendo fino all’esasperazione sul collegamento tra immigrazione-degrado-insicurezza, hanno spinto parte degli italiani a proiettare il proprio malcontento verso un nemico “esterno”. Crediamo che il successo delle campagne anti-immigrazioniste si basi in gran parte sullo spingere chi si trova nei ranghi più svantaggiati della società a identificarsi con il più forte, attraverso la denigrazione di chi sta peggio. Ma conviene per un lavoratore supportare le scelte politiche di questi partiti? Se guardiamo a chi finanzia le campagne elettorali della Lega, vediamo che si tratta di una fetta di imprenditoria del nord-Italia, i cui discorsi sovranisti sono utili essenzialmente per guadagnare il supporto di cui hanno bisogno per poter “guerreggiare” con lo schieramento dei capitalisti “internazionalisti” contro cui hanno alcuni interessi contrapposti. Ma i proclami xenofobi non sono altro che un miserabile espediente per portare i lavoratori a credere che i loro interessi coincidano con quelli degli imprenditori nazionali, gli stessi che gli hanno sempre sfruttati!
All’interno dello schieramento sovranista possiamo quindi vedere le conseguenze più tragiche della polarizzazione sociale, ma il successo dei partiti nazionalisti è in parte responsabilità di chi ha governato precedentemente: il centro destra e il centro sinistra. La rabbia sociale che la Lega sfrutta (indirizzandola verso gli ultimi arrivati) si sviluppa a partire dalla miseria economica frutto delle politiche di austerity portate avanti dai partiti centristi.
Tra l’altro, seppure ora un partito come il PD sta cercando di rifarsi una verginità ideologica, noi non ci lasciamo ingannare: i discorsi “buonisti” sono discorsi vuoti, dal momento che le stesse politiche esacerbate nell’ultimo anno da Salvini erano già iniziate con i governi precedenti. Pensiamo all’accordo con la Libia per la detenzione nei campi di concentramento dei migranti, o alla repressione violenta nei confronti di chi lotta.
In una società appiattita intorno alle necessità di mercato, in cui l’arricchimento individuale e la difesa della proprietà sono gli unici valori, si è fatto largo tra i meno abbienti un sentimento di rabbia indirizzato nei confronti dei più deboli (migranti, senza tetto) o dei “diversi” (anarchici, comunisti, drogati, persone con sessualità atipiche: tutti coloro che non rientrano appieno negli schemi conformisti).
Appare ora evidente che i due opposti schieramenti sovranisti ed europeisti, come ce li vogliono dipingere i mass media, non sono poi tanto opposti per noi. Nessuno dei due sarà in grado di offrirci un futuro dignitoso, perché sono tutt’ora legati agli stessi interessi che in questa tragica situazione ci hanno portati. Noi giovani abbiamo dei compiti storici estremamente ardui, forse impossibili. Dobbiamo far fronte all’imminente devasto ambientale, dobbiamo far fronte alle conseguenze di politiche coloniali e imperialiste che hanno saccheggiato interi continenti. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è dei soliti politici che gettano confusione e violenza in un mondo già agonizzante perché sappiamo che la soluzione a questo disastro non sarà certo semplice né immediata ma necessiterà di tutto il nostro impegno e coraggio.