Degrado a Trento? Ora parliamo noi!

Ed eccoci a dover prendere parola per l’ennesima volta su una questione per noi molto importante, ma altrettanto dibattuta.
Pare che nell’ultimo periodo a Trento sia ritornato alla centralità del dibattito pubblico e politico il fenomeno della socialità studentesca. Dal provvedimento di chiusura anticipata del locale “La Scaletta” alla mozione presentata in comune da parte di tutti i partiti di opposizione (M5S, Lega, Forza Italia, Civica e Progetto Trentino) sembra di ritrovarsi in una città catapultata nel degrado più becero.
Purtroppo per noi non si è parlato per nulla si spazi di aggregazione per studenti e studentesse, ma di come reprimere la loro affluenza per le vie della città durante gli orari notturni. Non si è minimamente accennato a come, da più tempo a questa parte, le voci studentesche si facciano sentire in svariati modi per proporre e stimolare un dibattito costruttivo e risolutivo di una situazione che di fatto, si è cristallizzata da anni e vede soltanto i partiti politici strumentalizzare (a ruota) l’assenza di soluzioni, il tutto per una manciata di voti alle elezioni successive. Perchè di questo si tratta, i provvedimenti repressivi da loro proposti non porteranno a nessuna soluzione, ma serviranno al prossimo appuntamento elettorale per passare dall’essere opposizione al governare la città.
Ormai il PD (o quel che ne resta) ha ceduto sulla questione sicurezza, trovandosi a rincorrere le prerogative di chi si è posto a difensore della paura “surreale” dei residenti trentini spaventati da chi, alla fine dei conti, non ha nessuna voce in capitolo a livello istituzionale.
Chi vive la città da un po’ di anni, si è reso conto di come la repressione sia sempre stata la risposta al bisogno di socialità. Ne abbiamo scritto anche altrove (https://curtrento.noblogs.org/post/2017/12/11/da-lettere-alla-scaletta-lo-stesso-paradigma-escludente/), e lo abbiamo visto con i nostri occhi. Purtroppo non ci resta che ribadire la nostra contrarietà alla miopia di certe misure istituzionali, in quanto superficiali e poco efficaci.
Esprimiamo anche forte preoccupazione nei confronti di quei residenti che si sono mobilitati per chiedere l’immediato intervento del prefetto del questore e del presidente della Provincia.
Ci teniamo a sottolineare come la mancanza di idee e progettualità non possano essere sostituite da telecamere e coprifuoco e divieto di alcolici, in quanto non vanno minimamente ad affrontare il problema, anzi lo peggiorano.
Per noi l’unica soluzione è far emergere questo bisogno e lottare affinché Trento possa diventare una città in cui studenti e residenti riescano a convivere e vedersi reciprocamente come valore aggiunto per la città. Dobbiamo rompere la logica che obbliga gli studenti e le studentesse ad essere dei/delle meri/e consumatori e consumatrici perché oltre ai soldi degli affitti e delle tasse universitarie portiamo molto di più.  Portiamo una spinta innovatrice e di cambiamento che spaventa tanto i conservatori. Orrori legati a periodi bui del passato diventano realtà ed è per questo che non è possibile stare in silenzio. Portiamo con noi il cambiamento ed è per questo che continueremo a rivendicare a voce alta il nostro diritto a vivere la città.