Valore legale della laurea? Capiamoci qualcosa

È di qualche settimana fa la notizia che il ministro dell’interno Salvini, appoggiato dal Movimento 5 Stelle, abbia dichiarato di voler abolire il valore legale della laurea. Sentendo la notizia abbiamo provato a interrogarci su cosa questo provvedimento potrebbe comportare e siamo arrivat* ad alcune semplici conclusioni.

Abolire il valore legale della laurea è un provvedimento che porterà le università ad essere ancora più elitarie di quanto già non siano, privando i laureati e le laureate di qualsiasi tutela legale una volta all’interno del mondo del lavoro. Si creerà infatti un divario, d’altra parte già presente, tra università pubbliche e private e tra università prestigiose e non. Non è tuttavia ben chiaro in che modo e chi stabilirà il prestigio dei singoli atenei. Senza una tutela legale, i laureati delle università “di serie B” non avranno le stesse possibilità e le stesse garanzie contrattuali di chi risulta laureat* nelle università considerate di “serie A”.

Questo meccanismo porterà gli atenei a divenire sempre più competitivi e ad innalzare inevitabilmente le tasse di iscrizione impedendo l’accesso a tutt* coloro che non si trovano in una condizione economica tale da poter affrontare la spesa. Piano piano si andrà a perdere quell’idea di università pubblica e accessibile, che già ora è difficile da raggiungere a pieno. Neolaureat* si troveranno a essere sempre più precar* all’interno di un mondo del lavoro che non offrirà alcuna tutela legale e alcun riconoscimento dei sacrifici fatti in anni di studio.

Ci stupisce come due partiti come la Lega e il M5S, partiti che da sempre si fanno promotori degli interessi de* più debol*, del popolo italiano, scagliandosi in più occasioni contro le élite, siano promotori di un provvedimento che priverebbe l’università di qualsiasi uguaglianza, promuovendo una becera discriminazione di stampo classista, la quale favorirà solo le élite e le fasce economicamente più alte della società.

Per noi che da anni ci battiamo per un’università aperta e accessibile a tutti e tutte, questo provvedimento è inevitabilmente inaccettabile. Probabilmente ai ministri di Lega e M5S fa paura l’idea che l’università possa essere un luogo libero e aperto, libero da discriminazioni e imposizioni. Probabilmente si ha paura che le nuove generazioni, studiando e sviluppando un sapere critico, possano costruirsi gli anticorpi necessari per debellare l’ondata di regressione e odio che questo governo ci sta proponendo. Probabilmente risulta più comodo rendere l’università un luogo elitario, escludendo tutte quelle fasce della società che si trovano ai margini.