UNO RIVENDICA SALÒ, L’ALTRA PIANGE ALLA ZANZARA. DE FLORIAN VI ACCOGLIE, MA IL VOSTRO POSTO SONO LE FOGNE!

28 maggio 2025 – Collettivo Universitario Refresh

Martedì 27 maggio 2025 il T-quotidiano pubblica un articolo su alcuni membri di Azione Universitaria (AU). Per chi non lo sapesse, Azione Universitaria è un’associazione studentesca di destra appartenente al movimento studentesco di Fratelli d’Italia. È erede del FUAN (da cui sono nati i NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari), ossia la sezione universitaria del MSI (Movimento Sociale Italiano, partito d’ispirazione fascista). Basta fare una veloce ricerca per scoprire che AU è il bacino da cui Fratelli d’Italia attinge per i nuovi volti del partito. Davanti al grande pubblico si dichiarano falsamente come associazione apartitica e rinnegano le loro origini fasciste, ma nel privato non hanno problemi a rivendicare quei legami e quelle idee che tanto nascondono. Non stupisce il fatto che nelle loro chat scrivano “Noi affondiamo le radici nella repubblica di Salò”, che fossero fascisti lo sapevamo già. 

Queste non sono supposizioni, ma loro stesse parole “Ragazzi so che è difficile, non cediamo alle provocazioni, vi ricordo che abbiamo gli occhi del rettore e di molti altri puntati addosso perché cercano in tutti i modi di farci fare dichiarazioni scomode per ricondurci come movimento a Fdl (Fratelli d’Italia) e sbatterci fuori dall’università. Ovvio che noi siamo legati a GN (Gioventù Nazionale giovanile di Fdl), ovvio che la pensiamo come loro, ovvio che loro sono nostri fratelli. Ma in questo momento testa bassa e non dobbiamo porgere il fianco”.

Di aiuti e spinte politiche ne hanno avute molte, e i contatti a loro non mancano: “Ho chiamato la digos […] se succede qualcosa intervengono loro” oppure i loro agganci politici: “al rettore ci penserà il ministero dell’università”. Per fortuna che era un’associazione apartitica con i giusti ideali. Ma le finzioni non finiscono qui: sapevamo che una contronarrazione del 15 novembre era difficile da fare, d’altronde i mezzi mediatici e politici sono dalla loro parte. Ma la resistenza rimane viva anche in momenti di sconforto. Ad un picchetto che voleva  respingere il fascismo dall’università, loro rispondevano con le interviste di Barone (presidente di Gioventù Nazionale) e con l’intervento del rettore sollecitato da Urzì (deputato FdI). Le magnificenze universitarie hanno steso loro il tappeto rosso, ascoltato i loro piagnistei e minacciato e urlato contro l3 student3 antifascist3, e hanno permesso alla digos di entrare in università per comporre un bellissimo album fotografico di tutt3 l3 student3 presenti consentendo a due blindati della polizia di schierarsi fuori dall’università per intimidirci. Il fascismo è la negazione di tutte le libertà e da questo paese non se n’è mai andato. Continua ad esistere nelle idee, nelle politiche e nei media che sono in grado di portare avanti solo una retorica complice di uno stato che indossa la camicia nera e che si appella alla vacuità del fascismo degli antifascisti. 

Accettare la presenza di associazioni con un passato fascista e quindi di persone fasciste significa assecondare le sue infiltrazioni culturali nella nostra società. Dunque, autorizzare un loro banchetto per fare propaganda elettorale in università perché “c’è la libertà di parola e tutti devono poter parlare” è inconcepibile. È questo il frutto della retorica liberale, che sotto la maschera della difesa della libertà di espressione, ha consentito alle idee fasciste di radicarsi nel dibattito pubblico, contribuendo alla lacerazione della politica e alla fascistizzazione dello Stato. Per far fronte a un fascismo istituzionale diffuso, che si sta incorporando nel senso comune, abbiamo bisogno di organizzarci per rispondere e rivendicare chiaramente che noi con i fascisti  non ci parliamo e non ci vogliamo parlare, che i fascisti in università non li vogliamo: i fascisti vanno condannati. 

Ringraziamo la loro capacità di essere incoerenti e conigli: il primo passo per pulire sotto il tappeto è toglierlo, e la maschera è stata tolta.

Ringraziamo infine chi sotto la bandiera antifascista c’è sempre stato e ci sarà, chi c’era il 15 ed il 18 novembre, chi non ha avuto paura e chi non ha paura di resistere. 

Uno sguardo di pietà a chi condanna oggi e ieri chiamava Biloslavo in università.

ORA E SEMPRE: VIVA LA RESISTENZA ANTIFASCISTA!